L'ACTING IN ANALISI
Nell’ acting
il soggetto è completamente avvolto dall’ inconscio.
È l’inconscio a dominare il campo ed è nel pieno del suo lavoro, del suo lavoro come apparato di godimento
: non si tratta della risposta nevrotica dell’inconscio, ma di una risposta che si situa nell’ambito delle perversioni e più di presso alla psicosi.
L’acting sta al posto della parola, di una parola
che non può essere detta perché tagliata fuori dalla possibilità di essere rappresentata nel simbolico
, di essere significantizzata, di una parola che diventa invece puro atto, ma che della dimensione della parola mantiene però il fatto che essa è comunque rivolta all’Altro, un Altro che è convocato però sul piano dell'Immaginario -sul piano dell'Io, o, come direbbe Czermark, sul piano "moique" e non su quello del Simbolico- un altro dunque con la a minuscola e che viene perciò come immobilizzato dall’acting che lo investe e spinto a rispondere allo stesso modo.
Non si tratta dunque di ordire un discorso rivolto all’Altro riconosciuto come chi è nel diritto di dare la sua risposta, ma di mettere in campo una scena nella quale l’Altro da sé è chiamato a farvi il suo ingresso come altro di sé, e a “interpretare” un ruolo che è di azione e non di parola.
L’acting è mosso dalla impossibilità per il soggetto di tollerare lo scarto, la beanza, la rifrazione tra il desiderio
e la domanda: il desiderio non può farsi domanda perché nel farsi domanda non può mantenere il suo statuto originario, ma diventa inevitabilmente qualcos’altro che lascia dietro di sé un resto.
E’ questo resto che il soggetto non tollera e che funge da motore dell’acting. In altri termini è il significante
della castrazione che viene qui a non poter essere riconosciuto e rimosso. Esso può essere solo precluso, rifiutato radicalmente, denegato e scisso per essere scorporato nell’atto, nel sintomo-acting, non potendo essere infilato nella catena significante
.
Non è che nell'acting ci sia la negazione
della castrazione
, come è tipico nella soluzione nevrotica -la rimozione, c’è piuttosto il suo rifiuto radicale, un diniego: semplicemente “il soggetto non ne volle sapere” (Freud).
In altre parola l'acting è l'effetto della impossibilità a riconoscere, e tollerare, la propria " mancanza-ad-essere
": il soggetto, attraverso l'acting vuole infatti dimostrare che non esiste alcuna mancanza, che “non vi è nessun non”, tant'è che la psichiatria vede nell'acting il segno di una "incapacità a tollerare la frustrazione".
In analisi, laddove avvenga un acting, lì corrisponde dunque, nel reale
, uno strappo, un buco, che è precluso e rigettato nel reale attraverso l'acting stesso, e che l’Altro è chiamato a ricucire, a orlare, a sanare. Ecco perché l’acting in analisi è sempre convocazione dell’Altro, ma non sul piano della parola, piuttosto su quello dell’atto stesso.
In analisi l’acting rivela dunque un “fuori transfert
”: è "analisi senza transfert e transfert senza analisi" dirà Lacan, un tentativo di scardinare l’analista dal registro del Simbolico per “invitarlo” a rispondere invece su quello dell’Immaginario.
La risposta dell’ analista
non può essere allora una risposta di “parola”, nel senso che non può essere quella di una interpretazione classica “di contenuto”, perché egli si trova “fuori transfert”, collocato com’è sul piano dell’Immaginario e non più riconosciuto su quello del Simbolico, l’unico sul quale può costituirsi il transfert e dal quale può giungere l’interpretazione psicoanalitica che abbia un effetto di senso. Ma quella dell’analista non può essere neanche una interpretazione che si richiami alla realtà dell’atto perché sarebbe, come dice Lacan, “un’azione di psicoterapia primaria
” e non un atto psicoanalitico
.
La risposta dell’analista deve essere allora quella dell’ “atto psicoanalitico” che deve poter cogliere proprio quel resto che il paziente non può rappresentare, nel senso che, come dice Lacan, se il soggetto trasforma l’atto in una parola, l’analista deve trasformare la parola in un atto. Il che significa farsi trovare e non arretrare, né contro agire, sul luogo stesso della scena dell’acting.
