IL TRANSFERT
il transfert nella nevrosi e nella psicosi
Se nel transfert nevrotico
l'analista è riconosciuto come l'Altro
di quella domanda intransitiva
-la stessa che costituisce la domanda d'amore
- in quanto mossa dal desiderio
-e non dalla pulsione
- che lo colloca come "essere (supposto) di sapere" e dunque complementare al sintomo nevrotico
in quanto " essere di verità
", se, in altri termini, il transfert nevrotico va da sé in quanto può articolarsi attraverso la parola
lungo quella catena significante
che mantiene i suoi effetti di senso
, nel transfert psicotico
, invece, l'analista
non può essere riconosciuto come l'Altro della domanda in quanto lo psicotico
non può accedere all'uso della parola da incardinare nella trama significante di un discorso che abbia effetto di senso, di un discorso che mantenga il suo potere di significazione e possa costituirsi come domanda rivolta all'Altro.
Lo psicotico non può servirsi cioè della parola significante, della parola in quanto "essere di verità" perché il suo discorso è un discorso "f uori senso
", un discorso "fuori discorso" in quanto -a differenza del nevrotico- non muove dal ritorno del rimosso
nell'inconscio, e dunque il suo sintomo, il sintomo psicotico - a differenza di quello nevrotico- non è una formazione dell'inconscio, non proviene dal rimosso, ma dalla forclusione
, e dunque, non ritornando dal rimosso, esso proviene dall'esterno, dal reale
. Lo psicotico dunque non può che collocare l'analista nel reale, a differenza del nevrotico che non può collocarlo se non nell'inconscio.
In conseguenza di ciò, allora, lo psicotico, più del significante
, si serve della pulsione per articolare una catena significante costituita dunque dalla pulsione e non dalla parola. L'effetto del discorso psicotico non può essere dunque mai un effetto di senso, ma solo un effetto di godimento
e il transfert dello psicotico non rappresenta l'investimento dell'analista come Altro della domanda, ma il tentativo di raggiungere l'analista come Altro dell'investimento pulsionale, l'Altro del godimento.
Ora dal momento che, come ci ha insegnato Freud
, la pulsione cerca il suo oggetto senza mai raggiungerlo, ma vi gira continuamente intorno, (ecco perché la pulsione deve servirsi della ripetizione
), a differenza del nevrotico il cui transfert convoca e raggiunge l'analista come Soggetto supposto essere di Sapere, il transfert dello psicotico, essendo come abbiamo visto un transfert pulsionale, non raggiunge mai l'analista, ma lo circonda, lo accerchia facendone non un Soggetto supposto essere di Sapere, ma un essere di godimento.
Il nevrotico dunque, con il suo transfert interroga l'analista per interrogare se stesso, lo psicotico invece con il suo transfert non interroga, ma accerchia il suo analista.
Sul piano della cura
ne discende che se, nell'analisi del nevrotico, l'analista può dare un "senso", in quella dello psicotico l'analista, più che un senso, non può che dare invece un " segno
".
