LA VIA DEL BENE COMUNE NON E' LA VIA DEL DESIDERIO
Cosa vuol dire "non bisognacedere sul proprio desiderio"
Nel Seminario VII, l'etica della psicoanalisi, a pag. 372, Lacan chiarisce il concetto cardine dell' etica soggettiva, e dunque della pratica psicoanalitica , in quanto pratica essenzialmente etica, che è di non cedere sul proprio desiderio descrivendone la struttura come quella condizione per cui "o il soggetto tradisce la propria via, tradisce se stesso, e lo sente anche lui. Oppure, più semplicemente, tollera che qualcuno con cui si è più o meno votato a qualcosa tradisca la sua attesa".
Lacan dunque osserva che il soggetto
umano, in quanto soggetto
desiderante
, può ritrovarsi nella condizione di non riuscire a "stare"
nel proprio desiderio, di non riuscire e tenerne sufficientemente conto,
e dunque nella condizione di doverlo " tradire
", e questo essenzialmente
per due motivi: o perché egli stesso per qualche ragione non riesce più
a "seguire la propria via", o perché accetta e tollera che qualcuno con
cui si è legato tradisca l'impegno che aveva assunto di rispettare il
suo desiderio.
Questo qualcuno, a parte egli stesso, può essere un genitore, un parente, un insegnante, un amante, una partner, un terapeuta finanche, quando invita il soggetto a seguire il "bene" che gli sta indicando ("lo sai che io parlo per il tuo bene "), piuttosto che lasciare che egli segua il suo desiderio, e introducendo di fatto, in questo modo, la disgiunzione tra la via del bene indicata e la via desiderio .
In altri termini, quello che Lacan vuole ricordare, soprattutto agli psicoanalisti , è che seguire la via del proprio desiderio non è affatto scontato, non è una cosa semplice, in quanto lungo quella via il soggetto non può trovare nessuno che lo garantisca circa l'esito cui il desiderio lo conduce e che dunque, in conseguenza di ciò, il soggetto può appellarsi a chi invece gli indichi una via che gli garantisca il bene. E di garanti del bene altrui in giro se ne trovano a bizzeffe, non ultimo tra gli psicoterapeuti .
Ma seguire
la via del bene, che è per lo più quella del bene comune, non significa
altro che tradire la via del proprio desiderio, che è invece la via del
bene soggettivo. Lacan lega dunque il cedimento sul desiderio al
tradimento in nome di un bene: il bene di cui sa colui che tradisce. E
qui Lacan è chiarissimo: il bene in nome del quale si cede sul proprio
desiderio sta sempre dalla parte di chi tradisce, mai dalla parte del
soggetto del desiderio. Il soggetto del tradimento dell'aspettativa di
desiderio non coincide mai con il soggetto del desiderio.
La via del bene comune non coincide mai con quella del desiderio, la via beninteso e solo la via.
Questa a mio avviso la struttura del cedimento sul desiderio che qui Lacan illustra e il cui esempio è Antigone , la quale sceglie di seguire il suo desiderio e non il bene che le viene promesso. Sceglie dunque di essere soggetto di desiderio e non soggetto del tradimento in nome del bene di aver salva la vita.
Ora l'analista è colui che, in nome dell'etica che fonda la sua pratica, vale a dire in nome del fatto che l'analisi si rivolge al soggetto del desiderio, non può mail collocarsi sulla via del bene, essendo tenuto all'unica via che gli compete, quella del desiderio.
Per questo Lacan senza mezzi termini puntualizza che una sola cosa l'analista deve desiderare, una sola cosa deve arrivare a costituire il suo desiderio -il desiderio dell'analista : quella di non cedere mai sul proprio desiderio.
